Errore medico: Quando è possibile chiedere un risarcimento ?

La cronaca ci porta a conoscenza di fatti spiacevoli che accadono per malasanità, molto spesso derivanti da un errore medico. A causa di una diagnosi, un intervento o una terapia omessa o non corretta, il paziente può andare incontro a un evento avverso, che da un punto di vista clinico può essere significativo.

Errore medico: Quando è possibile chiedere un risarcimento?

È considerato tale solo l’errore medico che può essere evitato, grazie a un’attenta diagnosi.
Il risarcimento per errore medico può essere richiesto in due casistiche particolari. La prima quando c’è l’omissione, l’errore o il ritardo nella diagnosi dopo un intervento, un esame diagnostico, la somministrazione di farmaci o la gestione della terapia che compromettono lo stato di salute del paziente aggravandone le sue condizioni. La negligenza del personale medico e sanitario si traduce per il paziente con una patologia invalidante, che modificherà per sempre le sue condizioni di vita. Nei casi più gravi si registra il decesso del malato.
Nel primo caso è la persona che ha subito l’errore medico che può chiedere il risarcimento; nella seconda ipotesi, sono i congiunti che ne possono fare richiesta.

La diagnosi: cosa accade se è errata o viene fatta in ritardo?

Il risarcimento per errore diagnostico è il più comune, in quanto si concretizza ogni volta che il medico non riesce a inquadrare la patologia del paziente o non la accerta in modo corretto. Da questo tipo di errore deriva, appunto, il diritto di risarcimento per errore diagnostico: il paziente (o i congiunti del defunto) possono richiedere i danni sia patrimoniali sia non patrimoniali. I congiunti, inoltre, possono richiedere i danni derivanti dall’errore medico quando quest’ultimo muta irreversibilmente lo stile di vita della vittima.
Oltre all’indennizzo per errore medico, esiste anche il risarcimento per mancata diagnosi, ovvero la diagnosi viene omessa, comportando per il paziente la possibilità di vivere per un tempo maggiore di quello che effettivamente gli rimane.

Risarcimento mancata diagnosi tumore: non basta la svista medica

Il risarcimento mancata diagnosi per tumore può essere richiesto solo se l’errore medico è stato fatto almeno 6 mesi prima nel non aver visto tramite esami certi il cancro; il danno per il paziente deve essere temporaneo, permanente o mortale ma il ritardo della diagnosi errata dovrà essere di almeno sei mesi. Non basta la svista medica di qualche giorno o settimana, per richiedere questa tipologia di risarcimento.
Se le tempistiche non rispettano i 6 mesi minimi di mancata diagnosi corretta, è difficile che la vittima ( o i congiunti del paziente) possano richiedere, e ottenere, un risarcimento mancata diagnosi per tumore.


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Risarcimento mancata diagnosi al pronto soccorso: il danno deve peggiorare la salute del paziente
Il risarcimento mancata diagnosi al pronto soccorso avviene quando vi è stato un trattamento errato, o una diagnosi sbagliata, al pronto soccorso.
Ci devono, inoltre, essere dei presupposti a sostegno della richiesta dell’indennizzo. In primo luogo il danno che il paziente afferma di avere avuto in questo contesto deve, naturalmente, portare al peggioramento della sua salute. Ci deve essere un nesso causale tra il danno e la condotta medica. Il terzo presupposto per richiedere il risarcimento mancata diagnosi al pronto soccorso è la condotta negligente del medico, o della struttura sanitaria, e l’impossibilità di dimostrare di avere effettuato l’obbligazione sanitaria in modo corretto.

Risarcimento mancata diagnosi ictus: la malattia non viene riconosciuta o è valutata erroneamente

Tra le motivazioni di una richiesta di risarcimento per mancata diagnosi c’è il mancato riconoscimento dell’ictus o l’erronea valutazione della patologia. Il risarcimento per mancata diagnosi da ictus può essere richiesto qualora non sia stata fatta una TAC, o una risonanza magnetica, dell’encefalo. Anche un ritardo nell’esecuzione di questi esami possono dare l’input per richiedere un risarcimento.
Altri motivi che possono avvalorare la richiesta per mancata diagnosi per ictus sono: errori diagnostici della malattia e il mancato intervento chirurgico. Il trattamento riabilitativo è un altro punto su cui il paziente può avanzare delle richieste legali, qualora non ci sia la riabilitazione o quest’ultima venga effettuata in ritardo.
Risarcimento mancata diagnosi infarto: sintomatologia non riconosciuta o trattata in ritardo
Il risarcimento per mancata diagnosi per infarto rientra tra le patologie che non vengono riconosciute in tempo al pronto soccorso, o che vengono trattate con ritardo. Molto spesso nei pronto soccorso le risorse capaci di realizzare una diagnosi corretta non sono sufficienti, soprattutto in quelli di piccole dimensioni.
I medici di pronto soccorso, gli infermieri del triage, i consulenti cardiologi, gli specializzandi e i consulenti medici rientrano nel personale sanitario che possono commettere errori diagnostici sui soggetti che sono colpiti da infarto.
Una diagnosi sbagliata di infarto, o un responso espresso in ritardo in merito a questa patologia, può essere emessa anche da chi non opera all’interno del pronto soccorso, ovvero dai medici di famiglia, dai medici di medicina generale, dagli assistenti medici, tecnici di laboratorio e/o da altri professioni che si occupano di elaborare le diagnosi.

Altro tipo di risarcimento può essere causato da danni neurologici in seguito ad intervento e tra i  più comuni in seguito a un intervento alla schiena o alla colonna vertebrale possono includere lesioni al midollo spinale, paralisi, intorpidimento, debolezza muscolare, formicolio, dolore, problemi di coordinazione, perdita di sensibilità, problemi di controllo della vescica e dell’intestino, e problemi di memoria e di apprendimento.


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