Nello specifico, l’errore chirurgico consiste in un’azione sbagliata da parte del chirurgo che provoca nel paziente un danno, reversibile o irreversibile. L’errore umano in sala operatoria comprende una vasta gamma di situazioni, che possono trovare soluzione immediata o essere più gravi e comportare, ad esempio, la sospensione dell’intervento in atto, la necessità di operare nuovamente nel giro di pochi giorni per rimediare o, nei casi più estremi, disabilità permanenti o la morte.
Quali problemi può creare un operazione chirurgica in ospedale?
1. Rischio di complicazioni: una complicazione chirurgica può comportare
un rischio di danni, disabilità o persino morte.
2. Infezioni: una infezione può svilupparsi durante o dopo una procedura
chirurgica e può essere difficile da trattare.
3. Reazioni avverse ai farmaci: alcuni farmaci possono causare effetti
indesiderati.
4. Reazioni allergiche: alcune persone possono sviluppare una reazione
allergica ai farmaci o ai materiali usati durante una procedura chirurgica.
5. Reazioni cutanee: una reazione cutanea può verificarsi se una persona
entra in contatto con sostanze utilizzate durante una procedura chirurgica.
6. Complicazioni a breve e lungo termine:
-Lesioni di organi o tessuti circostanti.
-Involontaria rimozione di un organo sano.
-Emorragie interne.
-Danni permanenti ai nervi.
-Problemi respiratori.
-Errori nella diagnosi.
-Sviluppo di complicazioni postoperatorie.
-Problemi psicologici come ansia, depressione e stress.
Il tutto dovrà essere verificato dal medico legale specializzato e confermato tramite una perizia medico legale che specifichi i danni:
Temporali
Permanenti
Patrimoniali (qui la figura dell’avvocato specializzato in malasanità /errore medico sarà fondamentale per ricostruire il danno economico che il paziente leso ha subito)
I più comuni errori chirurgici sono:
– diagnosi errate
– imposizione di interventi chirurgici non necessari
– errata scelta del tipo di intervento
– superficialità durante le piccole operazioni chirurgiche ambulatoriali
La diagnosi errata consiste in una poco accorta anamnesi del paziente nel corso di quella che viene chiamata “Prima Visita Chirurgica”. Questo colloquio, fondamentale per la scelta dell’approccio terapeutico, consiste nell’ascoltare il paziente, visitarlo, visionare la sua cartella clinica e proporgli la cura più idonea per la risoluzione del suo problema. Capita spesso che il chirurgo non effettui questa visita con la dovuta attenzione, fraintendendo i sintomi del paziente o non richiedendo test diagnostici più specifici per inquadrare la problematica al meglio. Può succedere, quindi, che imponga al paziente un intervento chirurgico assolutamente inutile, non risolutivo, oppure che scelga una procedura chirurgica non totalmente idonea alla situazione specifica e soggettiva. Il danno che il paziente può ricevere da uno sbaglio medico di questo tipo è di sottoporsi a chirurgia, con tutti i rischi correlati, senza trarne alcun tipo di beneficio o miglioramento. E di trovarsi, in seguito, a dover intraprendere un nuovo percorso diagnostico e terapeutico, accumulando ulteriore stress e sostenendo spese. Un esempio molto comune riguarda il parto. I cesarei, spesso, vengono proposti alla gestante anche quando la sua salute e quella del feto non sono compromesse, a volte per eccesso di zelo e altre per motivi di velocità e praticità. Tuttavia, è risaputo che un parto naturale ha meno rischi e tempi di recupero più brevi rispetto a un cesareo e che questo debba sempre rappresentare l’ultima scelta.
Errori chirurgici negli interventi importanti
Gli errori più comuni avvengono durante le operazioni agli organi vitali come:
– cuore;
– fegato;
– intestino;
– colonna vertebrale;
– ossa e cartilagini, come nel caso degli interventi su mano o piede.
Il discorso vale, a maggior ragione, per la chirurgia oncologica, per esempio negli interventi di asportazione di cancro al seno, alla tiroide, al fegato. In oncologia chirurgica il pericolo maggiore è quello di non riuscire a togliere tutta la massa tumorale con la conseguenza di dover intervenire una seconda volta o di permettere alle cellule maligne di metastatizzare, compromettendo in maniera irreparabile l’intero quadro clinico.
Neanche la chirurgia bariatrica fa eccezione, in quanto può accadere che il chirurgo, durante l’asportazione di parte dello stomaco, perfori l’organo o danneggi grosse arterie o vene. In chirurgia plastica, invece, la maggior parte degli errori è rappresentata dal risultato finale che può non soddisfare le aspettative del paziente. Alcuni casi sono balzati agli onori della cronaca e finiti nei salotti televisivi: protesi mammarie malformate che, dopo pochi mesi, si spostano e danno al seno una forma innaturale, che si rompono provocando dolore, edemi, gravi infezioni e cicatrici che non guariscono.Gli errori nella chirurgia laser
La chirurgia laser è, senza dubbio, una delle scoperte tecnologiche in ambito chirurgico più importanti degli ultimi anni. Permette, infatti, di intervenire su molti casi in maniera meno invasiva della chirurgia tradizionale, con tempi di recupero più veloci e convalescenze più serene e meno dolorose. Tuttavia, un errore commesso con il bisturi al laser non è meno pericoloso e non ha conseguenze minori rispetto a uno commesso con un bisturi a lama. Pensiamo ad esempio alla chirurgia dell’occhio, per la correzione di vizi di visione o per la rimozione delle cataratte. Se il laser non viene utilizzato correttamente può danneggiare per sempre l’occhio, portando alla cecità parziale o totale, temporanea o perenne. Negli interventi al laser agli arti, invece, il rischio maggiore è la lesione di un tendine, che potrebbe comportare invalidità permanente o perdita funzionale dell’arto colpito.
Errori chirurgici generici
È capitato più di una volta di sentire storie di pazienti che, pur avendo ricevuto un intervento chirurgico perfettamente eseguito ed essersi risvegliati dall’anestesia in ottima forma, si sono accorti dopo poche ore che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Succede che il chirurgo, per distrazione imperdonabile, lasci qualche oggetto all’interno del corpo del paziente: garze, strumenti, guanti. Questa è una condizione estremamente pericolosa perché il corpo estraneo può provocare un’infezione che potrebbe evolvere, nel giro di poche ore, in setticemia anche fatale. Il conteggio degli strumenti in sala operatoria dopo ogni intervento è un protocollo obbligatorio che serve proprio ad accorgersi il prima possibile dell’eventuale mancanza di qualche oggetto ed effettuare immediatamente una radiografia al paziente per verificare che non sia stato lasciato nel suo corpo.
Quali rischi ci sono nelle operazioni alla schiena ?
Le operazioni alla schiena possono comportare diversi rischi, tra cui:
1 Infezione: come con qualsiasi procedura chirurgica, esiste il rischio di infezione del sito chirurgico. Questo può causare dolore, gonfiore e febbre, e in alcuni casi può richiedere ulteriori interventi chirurgici o antibiotici.
2 Sanguinamento: l’intervento chirurgico può causare sanguinamento eccessivo, il che potrebbe richiedere una trasfusione di sangue. In rari casi, il sanguinamento può essere grave e mettere in pericolo la vita del paziente.
3 Lesioni nervose: l’intervento chirurgico alla schiena può comportare il rischio di lesioni ai nervi che si trovano vicino alla zona di operazione. Queste lesioni possono causare dolore cronico, intorpidimento o debolezza muscolare.
4 Difetti di guarigione: le operazioni alla schiena possono causare difetti di guarigione, che possono rendere necessaria una nuova procedura chirurgica. In alcuni casi, la guarigione può richiedere molto tempo e comportare un aumento del dolore.
È importante notare che, sebbene questi rischi esistano, molti pazienti beneficiano notevolmente di interventi chirurgici alla schiena e non hanno complicazioni significative. Tuttavia, è importante discutere i rischi e i benefici dell’intervento chirurgico con il proprio medico prima di prendere una decisione informata.
I rischi dell’anestesia
Quando ci si sottopone a un intervento chirurgico, di qualsiasi entità, è obbligatorio il colloquio con l’anestesista. Serve a valutare la percentuale di rischio del paziente rispetto alla sedazione e, di conseguenza, a scegliere il principio attivo e il dosaggio più idoneo. Gli errori di valutazione anestetica sono purtroppo abbastanza comuni e rappresentano una delle principali cause di complicazioni in sala operatoria.
Le terapie
Infine, ma non meno importante, la terapia che va instaurata contestualmente a un intervento chirurgico. Quando ci si sottopone a chirurgia è necessario assumere antibiotici preventivi ed, eventualmente, antidolorifici o sedativi per affrontare senza dolore le prime ore del post-operatorio. In alcuni casi è necessario anche somministrare al paziente farmaci anti-coagulanti. Il dosaggi e la scelta di tali medicinali deve essere compatibile con eventuali terapie abituali del paziente e con l’anestetico. I pazienti chirurgici hanno un rischio triplo rispetto agli altri di subire danni permanenti o di morire a causa di dosaggi sbagliati, reazioni allergiche ai farmaci, interazione tra di essi o assunzione di principi attivi non compatibili con il loro quadro clinico.Nonostante l’Italia sia un Paese che vanta un ottimo sistema sanitario ed eccellenti equipe mediche e chirurgiche, non è raro conoscere qualcuno che è stato vittima di malasanità o trovarcisi in prima persona. È molto importante diffondere informazioni corrette a riguardo, affinché tutti i pazienti che pensano di aver ricevuto un danno a causa di un errore medico possano esercitare il proprio diritto di denuncia e di richiesta di un eventuale risarcimento.
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