Chi ha subito un’esposizione ad amianto non professionale con conseguente insorgenza di mesotelioma, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato. Si tratta di un risarcimento una tantum, ossia che può essere erogato una sola volta nella vita di un paziente, che può arrivare alla cifra massima di 5600 euro (con la circolare del 13 maggio 2020, però, l‘importo è stato aumentato a 10.000 euro per tutto il 2020). L’indennità una tantum può essere richiesta da chi è stato esposto direttamente all’amianto, da chi ha vissuto un’esposizione indiretta e dagli eredi nel caso di decesso dell’interessato: in quest’ultimo caso l’indennizzo deve essere richiesto non oltre i 90 giorni dalla data del decesso dell’avente diritto. La domanda deve essere inoltrata direttamente all’Inail, presso uno degli uffici competenti su tutto il territorio nazionale oppure attraverso il sito dell’ente. Alla domanda deve essere allegata la documentazione sanitaria che dimostri la patologia e la causa di morte (istologico, necroscopico, ecc..)
Come ottenere il riconoscimento della malattia professionale da amianto ?
Il primo passo per ottenere il riconoscimento della malattia professionale da amianto è ovviamente quello di poter contare su una diagnosi precisa della patologia. Quelle che più frequentemente l’Inail riconosce sono l’asbestosi polmonare, le placche pleuriche con ispessimento pleurico, il tumore polmonare, il mesotelioma pleurico e il tumore della laringe. Deve essere stata anche presentata una denuncia della malattia al proprio datore di lavoro entro 15 giorni dall’insorgere dei primi sintomi della patologia correlata. Il datore di lavoro dovrà poi provvedere, entro 5 giorni, a presentare denuncia all’Inail ma se il lavoratore non è più in attività, come spesso accade per le patologie asbesto correlate, allora può procedere in autonomia alla denuncia della malattia professionale all’ Inail. A quel punto gli uffici competenti dell’ente provvederanno ad analizzare la pratica richiedendo cartelle cliniche, testimonianze, eventuali visite mediche specialistiche e, in caso di esito positivo, riconosceranno l’indennizzo al richiedente. Non tutte le aziende, però, si dimostrano disponibili ad affrontare la situazione quindi in caso di resistenze è possibile rivolgersi a professionisti del settore per avere giustizia e il giusto indennizzo previsto dalla normativa attuale.
Requisiti per ottenere il risarcimento dall’azienda per esposizione ad amianto ?
Per ottenere il risarcimento da esposizione ad amianto è indispensabile che si verifichino determinate condizioni che è bene conoscere approfonditamente per poter capire se si può avere diritto a questa possibilità oppure no. Innanzitutto è importante rispettare la tempistica: per richiedere il risarcimento non devono essere trascorsi più di dieci anni dal momento in cui viene stabilita con certezza la stretta causale che deve intercorrere fra l’esposizione all’amianto per cause professionali e l’insorgere della malattia. Ovviamente è necessario anche che l’azienda responsabile della negligenza sia attualmente esistente e soprattutto solvibile. L’azienda in questione, per essere tenuta al risarcimento, deve aver commesso delle negligenze per quanto riguarda la tutela del lavoratore, in particolare circa l’obbligo di protezione dei lavoratori: sono infatti obbligatorie le disposizioni di protezione individuali e collettive dalle polveri, così come la bonifica degli ambienti di lavoro dalle sostanze tossiche e cancerogene. Infine occorre raccogliere prove della presenza di amianto nei luoghi di svolgimento dell’attività professionale. La raccolta di documentazione può avvenire tramite testimonianze, provvedimenti della pubblica autorità, indagini della Medicina del Lavoro, del Registro Nazionale Mesoteliomi, analisi chimiche, reportage giornalistici, foto e qualsiasi altra cosa possa testimoniare senza ombra di dubbio la presenza dell’amianto ma anche la mancata attività di prevenzione e tutela della salute dei lavoratori da parte del datore di lavoro. Se pensi, dunque, di avere questa documentazione e sei sicuro di aver diritto al risarcimento, puoi contattare Risarcimento Salute e chiedere un appuntamento per analizzare, insieme ad esperti del settore, la documentazione in tuo possesso per dare via immediatamente ad un’azione legale e far valere i tuoi diritti.
Il riconoscimento della malattia professionale da amianto, se la persona in questione è ancora in vita, dà diritto ad una serie di prestazioni e di tutele che non sono trascurabili in una situazione così complessa come quella delle patologie collegate. Ad esempio per la patologia professionale che viene riconosciuta, il paziente ha diritto ad una rendita mensile ed è esentato dall’obbligo del pagamento del ticket per tutte le prestazioni sanitarie necessarie, collegata alla malattia. Inoltre vengono riconosciuti anche i benefici previdenziali che sono relativi all’intero periodo di lavoro durante il quale il paziente è stato esposto all’amianto, ragion per cui è molto importante riuscire a raccogliere le prove necessarie per comprovare la data esatta del periodo di esposizione. Purtroppo l’amianto è un materiale molto subdolo che può manifestare i suoi effetti tragici con tempistiche molto variabili, quella mediana in Italia è di più di 40 anni.
Pensione di invalidità per i lavoratori che hanno contratto malattia professionale da contatto con amianto
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