L’utilizzo dell’amianto nei cantieri navali ha portato i lavoratori a respirare polveri nocive ed in grado di provocare seri danni alla salute dell’individuo quali mesotelioma, asbestosi, tumore della pleura e carcinoma tumorale.
L’Italia è da sempre una nazione che pone nell’impiego delle navi la base dei propri affari commerciali; proprio per questo fino al 1980 l’amianto è stato utilizzato nei cantieri navali delle città di Bari, Venezia. Napoli, Massa Carrara, Livorno, Genova e Trieste; tale materiale veniva impiegato soprattutto per le strutture di coibentato che dovevano sia essere erette in grandi altezze sia resistere alle alte temperature.
Nello specifico l’amianto era utilizzato per: evitare la propagazione degli incendi, soprattutto nelle navi da guerra, al fine di insonorizzate la cabine, per creare dei buoni sistemi anticondensa, soprattutto per sommergibili e sottomarini. Tale materiale viene ancora utilizzato per creare collettori di scarico, compressore ad alta pressione, interruttori elettrici, turbine e motori di propulsione e tanto altro.
Seppur oggi l’amianto non sia più utilizzato nella costruzione delle navi e nei cantieri navali è bene dire che la sua dismissione non è semplice; tutto ciò porta ad affermare che vi sono tantissimi soggetti esposti al contagio da amianto e alla sua fibra killer.
Le principali malattie sofferte dai lavoratori esposti dei cantieri navali sono: il mesotelioma, il tumore del polmone e placche pleuriche; ma non solo vi sono tante altre patologie, altrettanto gravi quali tumore della laringe, al colon, al rene ed alla vescica.
Fatta tale premessa si comprende in maniera facile perché l’amianto non sia più legale nel nostro paese; nel corso degli anni si è sentito di soggetti che hanno riportato seri e irreparabili danni per la propria salute; tale realtà, purtroppo, riguarda anche il settore navale dove vari lavoratori sono morti per tumori, nella fattispecie di mesotelioma pleurico.
Bisogna specificare però che nel momento in cui un soggetto, compreso il lavoratore nel settore della costruzione delle imbarcazioni, si ammala a causa delle scorie di amianto può richiedere un’opportuna tutela legale al fine di ottenere un risarcimento del danno al datore di lavoro; tale opportunità è detenuta anche dalla famiglia in caso di decesso per mesotelioma – amianto del soggetto dipendente della società che non ha dismesso l’amianto che aveva l’obbligo di eliminare.
Come si vede il contatto con l’amianto può dar vita a malattie molto gravi, che possono causare anche la morte della persona.
L’amianto è uno dei materiali più comuni in natura; anche se lo stesso è molto diffuso è bene chiarire che il suo utilizzo può essere nocivo per la salute umana, tanto che da anni, in Italia, se ne vieta l’utilizzo; proprio per questo occorre sin d’ora fare riferimento al fatto che il contatto con l’amianto ha causato dei decessi per i lavoratori nei cantieri navali che sono divenuti titolati del diritto al risarcimento del danno nei confronti del datore di lavoro.
I mezzi di tutela giudiziaria da poter attuare al fine di ottenere un risarcimento del danno da Amianto (Mesotelioma) :
Oltre alla rendita inail vi è anche quella di reversibilità al coniuge e agli orfani; la stessa, grazie al grado di parentela permette di avere sia a mogli che a figli una percentuale di risarcimento differente.
Coloro che sono stati a contatto con l’amianto hanno anche altre agevolazioni come il prepensionamento, quindi dei benefici contributivi per aver subito l’esposizione.
Ovviamente, oltre alla responsabilità civile da cui scaturisce il risarcimento del danno di cui abbiamo parlato, non bisogna scordare che chiunque è vittima di amianto può sempre esperire anche un’azione penale nei confronti del datore la lavoro.
Da quanto detto si comprende che l’amianto è altamente tossico e deve essere eliminato, al fine di abbattere ogni possibile contagio.
CASI DI AMIANTO E DI RISARCIMENTO PER LAVORATORI CHE HANNO LAVORATO NEI CANTIERI NAVALI:
Il primo caso, documentato dal sito online Livesicilia.it , risalente al mese di maggio 2019 è quello del lavoratore che, a seguito del contatto con le polveri di amianto è deceduto a causa di un’asbestosi pleurica; in questo caso Fincantieri, società datrice del lavoro, è stata condannata ad un risarcimento di centinaia di migliaia di euro nei confronti della famiglia.
Infine, sempre trattato dal sito repubblica.it, è quello che ha riconosciuto nell’amianto la causa di morte di più di 30 operai dei cantieri navali; proprio per questo sia l’inail che la società datrice del lavoro sono state condannate per le patologie professionali asbesto amianto correlate volti a risarcire anche le famiglie delle vittime.
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